Un film intelligente, profondo, rigoroso. Filologicamente e storicamente ineccepibile, la storia di un uomo, segretario negli Anni 70 del più importante partito comunista del mondo occidentale, ma anche di un popolo per il quale la vita e la politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati. E poi c'è la storia, con la S maiuscola: molti momenti inediti, intrecciando materiale d'archivio e cinema di finzione
Siamo negli anni cruciali tra il 1973 al 1978, gli anni dell'attentato che subì a Sofia, della rinuncia ai fondi dall'Unione Sovietica, del compromesso storico, degli accordi con Aldo Moro e del suo sequestro. Berlinguer verrà ricordato come uno dei politici più silenziosi ed eloquenti di sempre: impegno nell'ascolto come nella restituzione di quelle istanze di cui era portavoce. Con lui il Partito Comunista Italiano raggiunse il 34,4% delle preferenze ed è proprio l'atmosfera di appassionata partecipazione politica che il film riesce a raccontare e restituire sullo schermo, attraverso un abile accostamento di finzione e realtà.
Andrea Segre (io sono Li, Welcome Venice), documentarista e regista veneto di Dolo, realizza forse il suo un film più importante che riesce a restituire l'idea di un Paese concreto, vivo, desideroso di farsi carico del proprio futuro.
Andrea Segre
Elio Germano, Stefano Abbati, Francesco Acquaroli, Fabio Bussotti, Paolo Calabresi
Italia
2024
drammatico
122 min.
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